Che cos’è una mail?
Se non si riesce a rispondere a questa domanda, forse è il caso di spegnere il computer ed iscriversi ad un corso di taglio e cucito.
Meno noto è come è nata la prima mail
Era il 1971, quando Ray Tomlinson, programmatore statunitense impegnato nello sviluppo di Arpanet, rete del Dipartimento della Difesa americano, ebbe la brillante idea di provare a condividere un messaggio tra due diversi calcolatori.
Non sappiamo cosa ci fosse scritto in questo messaggio, non se lo ricorda nemmeno Ray; ci fidiamo del mito secondo cui si potesse leggere un misero “QWERTYUIOP”
casuale di lettere, denominata per l’appunto Qwerty?
Il motivo è soprattutto meccanico, in quanto si cercava di far sì che le lettere che componevano
la maggior parte delle parole fossero posizionate in modo da non far incastrare i relativi
martelletti delle macchine da scrivere di una volta.
Ma non perdiamoci in chiacchiere, torniamo al nostro Ray, seduto davanti al computer chiamato “Tenex B,” che cerca di inviare questo interessantissimo messaggio al computer a fianco, che poco fantasiosamente si chiamava “Tenex A”.
Ci siamo quasi, manca solo la scelta di un simbolo, un codice, un segno caratteristico, che permetta di unire il nome del destinatario, in questo caso lo stesso Tomlinson, al nome della macchina ricevente, la Tenex A.
Lasciamo per un attimo Ray ai suoi problemi e spostiamoci a Venezia, “qualche” anno prima,
intorno al 1500.
Una nave sta per salpare dal porto della Serenissima, ed un mercante sta pesando le merci da
imbarcare, compilando il documento di trasporto. L’unità di misura commerciale che sta utilizzando è l’Anfora, discendente di una antica unità di peso greca, e la sua notazione è una “a” un po’ particolare, racchiusa tra due tratti circolari, uno sopra e uno sotto, ovvero nient’altro che una chiocciola primordiale.
Come ha fatto una chiocciola, animale di certo non noto per le sue lunghe migrazioni, a raggiungere Ray all’altro capo del mondo a quasi mezzo secolo di distanza?
Probabilmente ha assunto la forma di un topolino (così si chiama in Taiwan) o di una scimmietta (il suo nome serbo). Qualche passaggio di questo viaggio non ci è molto chiaro, sappiamo però che la nostra
chiocciola viene avvistata alcuni anni dopo nella penisola britannica, dove nel frattempo ha assunto il suo attuale significato di “at”, nell’accezione commerciale di “al prezzo di”, e continua a tramandarsi di mano in mano, di documento a documento fino a meritarsi un posto d’onore anche sulle macchine da scrivere di fine ‘800.
Se non ci credete, date un’occhiata alla famosissima Lambert del 1902, la cui progettazione
aveva avuto inizio alcuni anni prima, e vi accorgerete che la chiocciola è presente sul tasto “H”.
Torniamo con la nostra storia al 1971: dopo quasi un secolo, la @ non ha ancora abbandonato
quelle tastiere; ha cambiato posto ogni tanto, ma ha tenuto duro, nonostante il suo utilizzo fosse
diventato sempre meno frequente.
Ed ora è li, sotto gli occhi del nostro Ray, probabilmente destinata a scomparire dai futuri modelli, quando ecco che viene digitato il primo indirizzo email della storia: tomlinson@bbm-tenexa.
Da quel giorno, la chiocciola vive tranquilla sulle nostre tastiere, ormai è diventata il simbolo
della messaggistica globale, passando per Twitter e Whatsapp, ed è quindi prevedibile che il
suo viaggio non sia destinato a concludersi molto presto. PER FORTUNA!